Roccere Valle d’Aosta

All’ingresso del Giardino si trova la flora della Valle d’Aosta, la regione in cui si trova il Giardino e anche la più piccola d’Italia, come si impara alle scuole elementari. Eppure, nonostante il suo territorio rappresenti solo l’un per cento di quello italiano, in questa regione è presente il quaranta per cento della flora nazionale. Imparando i nomi di queste piante e riconoscendo i loro profumi scoprirete che ogni fiore nasconde una storia.

La stella alpina, per esempio, è il simbolo di queste montagne ma arriva da molto lontano: dagli altipiani desertici dell’Asia Centrale. Molti pensano che sia il fiore autoctono più raro, ma non è così. Qui ci sono fiori meno noti, ma ancor più difficili da trovare, come l’Eritrichium nanum, un piccolo non-ti-scordar-di-me delle morene, o il giglio martagone, che molti chiamano riccio di dama per i suoi fiori eleganti e arricciati.
I fiori rari non finiscono qui: girando intorno a questa roccera si possono vedere molte piante degne di nota. La Centaurea triumphetti, che assomiglia a un grosso fiordaliso azzurro di montagna; la Lychnis alpina, che cresce sul pascolo alpino alle quote più elevate; la Lychnis flos-jovis, tipica di ambienti più secchi e che solitamente cresce a quote minori; la Campanula thyrsoidese la rarissima Paeonia officinalis: oggi, in Valle d’Aosta, questa pianta si trova solo in due zone inaccessibili della bassa valle.

Poi ci sono le artemisie. Di una in particolare, l’Artemisia genipi, si può assaporare l’aroma nel genepy: un digestivo alcolico e dolce. Anche la genziana gialla maggiore (Gentiana lutea) ha proprietà digestive, ma bisogna fare attenzione: assomiglia molto al veratro bianco (Veratrum album), che invece è una pianta velenosa. Per distinguerle bisogna fare caso alle foglie, che nellaGentiana lutea sono sempre opposte e distribuite a coppie, con cinque nervature divergenti verso il bordo e mai pelose; il Veratrum album, invece ha foglie alterne, disposte a diverse altezze sullo stelo, le nervature sono numerose e parallele e hanno una fitta peluria sulla parte inferiore. Quando le specie sono in fiore risulta invece molto facile distinguerle: il veratro ha fiori piccoli e verdastri disposti a spirale, mentre la genziana li ha gialli e più grossi, disposti a cerchi concentrici.

Immagine di copertina: ©Antonio Furingo

 

 

Schede piante: Valle d’Aosta

Famiglia: THYMELAEAECEAE

Nome volgare: fior di stecco

È un piccolo arbusto che fiorisce al primo sciogliersi della neve.

La pianta è alta da 30 a 70 centimetri, il fusto è eretto e ramificato, con corteccia grigiastra. Le foglie sono semplici, intere e alterne e si sviluppano dopo la fioritura. Il fiore è formato da quattro petali saldati in tubo nella parte inferiore.

Il frutto del fior di stecco è una drupa rosso brillante di circa un centimetro di diametro: se ingerita è molto velenosa per i mammiferi, ma non per gli uccelli.

L’arbusto fiorisce tra aprile e giugno; vive nei boschi, nei pascoli e nei luoghi sassosi, da 500 fino a 2600 metri ed è frequente in Valle d’Aosta e sulle Alpi.

Famiglia: SCROPHULARIACEAE

Nome volgare: digitale gialla minore

La Digitalis lutea appartiene alle famiglia delle Scrophulariaceae, è una pianta perenne, può essere alta da 50 a 100 centimetri, con foglie ovali lanceolate: quelle alla base sono dentate e molto più grandi di quelle lungo il fusto. L’infiorescenza è formata da molti fiori gialli somiglianti a campanelle, quasi tutti rivolti in un senso. La digitale gialla vive nelle radure boschive tra 800 e 1600 metri di altitudine, la si può ammirare in fiore tra giugno e luglio.

Questa pianta ha proprietà cardiotoniche, ma le preparazioni ricavate dai suoi principi attivi devono essere somministrate solo dietro rigorosa prescrizione e continuo controllo medico: i medicamenti a base di digitale, infatti, possono originare fenomeni di intossicazione e avvelenamento. 

Contiene una sostanza, la digitalina, non ancora sintetizzata in laboratorio.

Molto simile ad essa è la Digitalis purpurea, una pianta bienne, un po’ più alta e dai fiori color porpora chiazzati di bianco. Vive spontanea solamente nei boschi della Sardegna e della Corsica, mentre quella coltivata contiene una maggior concentrazione dei principi attivi presenti nella specie spontanea. Tutte le digitali sono velenose.

Famiglia: SAXIFRAGACEAE

Nome volgare: sassifraga muschiata

Sinonimo: Saxifraga exarata subsp. moschata (Wulfen) Cavill.

Questa pianta ha uno stelo più o meno glanduloso, quasi glabro; le sue foglie sono scavate, con solchi poco profondi, indivise o divise in 3 – (5) lobi lineari. La si vede fiorire tra luglio e agosto e i suoi petali sono generalmente verde giallastro e solo in rari casi bianchi, rosa o porpora scuro. La specie è molto comune in tutta la Valle d’Aosta: si trova nei pascoli, sulle rupi o sui ghiaioni.

 

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